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A spasso tra i borghi più belli d'Italia: alla scoperta di Deruta

Seconda tappa della nostra giornata tra i borghi dell'Umbria, da Bettona (qui l'articolo) ci siamo spostati a Deruta, la città della ceramica.

Deruta

Deruta, come tanti dei borghi umbri, sorge su una collina. La strada che ci porta all'abitato vede un continuo susseguirsi di fabbriche di ceramiche artistiche, tratto distintivo di questa località che è infatti conosciuta come la città delle ceramiche e delle maioliche e custodisce un ricco patrimonio artistico e culturale che ben si lega alla sua storia.
Le origini di questo luogo sono molto antiche, come testimoniato da alcuni ritrovamenti di epoca ellenistica e di età romana. Dall'XI secolo la città passò sotto il controllo di Perugia che la trasformò in una roccaforte di difesa; dopo vari vicissitudini arriviamo al 1540 quando durante la Guerra del Sale, schierandosi dalla parte della Chiesa, riuscì ad elevare la sua importanza e a ottenere una certa stabilità fino all'Unità d'Italia.


Cosa vedere

Una volta entrati nel centro storico si può subito assaporare l'atmosfera che lo caratterizza. Ovunque troviamo le tracce di questa importante tradizione artistica che ha sempre influenzato l'economia della città, fin dalle prime testimonianze di fine XIII secolo. Il borgo è pieno di botteghe artigiane, fabbriche di maioliche e laboratori. Le pareti delle abitazioni sono spesso arricchite da mattonelle dipinte dai colori sgargianti.

Si giunge alla piazzetta Biordo Michelotti, su cui si affaccia l'ex chiesa di San Michele Arcangelo, oggi adibita ad abitazione privata, ma che in origine era sede della Compagnia di Rosario o della Morte. Di fronte troviamo una Fontana della metà dell'Ottocento, a pianta poligonale in prossimità della quale si ha un bel colpo d'occhio del centro storico del borgo. La macchina fotografica (o per meglio dire la fotocamera del cellulare) fedele compagna per tutta questa visita: ogni angolo merita uno scatto! 




Si prosegue per giungere alla Piazza dei Consoli, stretta e allungata e cuore del borgo antico. Su di essa si affaccia il trecentesco Palazzo Comunale, al cui interno troviamo resti archeologici, frammenti architettonici e iscrizioni d'epoca romana e medievale, mentre lungo le scale sono esposte ceramiche di Deruta. In un'ala del palazzo è ospitata la Pinacoteca civica. Al primo piano sono conservati affreschi staccati da chiese del territorio oltre a dipinti provenienti dalle chiese locali di San Francesco e di Sant’Antonio Abate; degno di nota è l'affresco del Perugino raffigurante il Padre Eterno con San Romano e San Rocco e un messale francescano in pergamena del XIII secolo. Al piano superiore sono esposte opere che provengono dalla collezione di Lione Pascoli, acquisita per donazione nel 1931 e costituita da circa 40 dipinti. Tra le opere si ricodano tele di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio, Antonio Amorosi, Francesco Trevisani, Sebastiano Conca, Francesco Graziani e Pieter Van Bloemen.

(per informazioni sui prezzi e gli orari di apertura: http://www.comunederuta.gov.it/cultura-e-territorio/pinacoteca-comunale/)

Da non perdere è la Chiesa di San Francesco, principale luogo di culto di Deruta, consacrata nel 1388.
L'interno si presenta a un'unica navata, conservando numerose tracce di affreschi: la Madonna con il Bambino tra San Francesco e San Bernardino da Siena, attribuito a Domenico Alfani, San Sebastiano, i Santi Pietro e Paolo, il Martirio di una santa e due storie della vita di Santa Caterina d'Alessandria. Nella visita alla chiesa si incontra la cappella del Rosario costruita nel 1846 che custodisce la statua della Vergine del Rosario.
L'abside, molto bello, mostra tracce di un affresco del XIV secolo rappresentante la Resurrezione di Cristo.

Ma la cosa più curiosa che abbiamo trovato è una campana fusa per celebrare la canonizzazione di San Francesco d'Assisi nel 1228. Sotto troviamo una targa con questa dicitura: "QUESTA CAMPANA FUSA PER CELEBRARE LA CANONIZZAZIONE DI S.FRANCESCO DAI SUOI FRATI PORTATA DAL S.RO CONVENTO A DERUTA DOVE SCONOSCIUTA LUNGAMENTE RIMASE NEL VII CENTENARIO DELLA MORTE DEL SANTO ALLA DEVOTA AMMIRAZIONE VENNE RIDONATA".



Dalla chiesa si accede al chiostro del convento fondato molto probabilmente agli inizi dell'anno Mille dai monaci benedettini e intitolato nel XIV secolo a San Francesco d’Assisi. Oggi il chiostro conserva due soli lati e poche tracce delle antiche strutture murarie trecentesche mentre nel restaurato complesso conventuale è ospitato il Museo Regionale della Ceramica di Deruta che, assieme alla Pinacoteca civica, costituisce il circuito museale della città.


Proprio il Museo della Ceramica è stata per noi una grandissima scoperta e penso uno dei ricordi più cari che abbiamo portato a casa, bambini compresi. Si tratta del più antico museo italiano per la ceramica e conserva al suo interno oltre 6000 opere. L'aspetto che lo rende così caratteristico e accattivante è sicuramente l'allestimento. Le sale iniziali introducono all'argomento, spiegando attraverso i reperti la storia della maiolica di Deruta, dalla produzione arcaica a quella del Novecento. Molto interessante per i bambini (ma anche per noi adulti) è stato scoprire il procedimento che da un semplice materiale informe porta a vere e proprie opere d'arte. Una sezione è dedicata alle tecniche dei processi di lavorazione della decorazione a lustro, la tecnica che ha reso famosa Deruta come testimoniano gli esemplari esposti nei musei di tutto il mondo.

Ciò che però rende unico questo museo è la torre metallica a 4 piani destinata a deposito, interamente accessibile e visibile al pubblico. Attraverso passerelle, scale, continui saliscendi è quindi possibile ammirare l'immenso patrimonio di questo museo. Nelle numerose teche sono raccolte ed esposte opere derutesi dal XIV al XX secolo, oltre alla sezione contemporanea costituita da opere provenienti dai concorsi “Premio Deruta” (1954-1972) e da altre manifestazioni.

Servizi da the con galli e galline dipinte e in rilievo, vasi e brocche di ogni tipologia e dalle sfumature impensabili, piccoli e grandi vassoi e altri oggetti destinati ad esporre le buonissime creazioni della Perugina. Come dimenticare il carretto trainato da asinello, adibito a confezione regalo die baci Perugina o i bellissimi porta uova di Pasqua? Statuine raffiguranti bambini e bambine, marinai, suonatori, soldatini e i meravigliosi piatti decorati con soggetti di fantasia o con le riproduzioni delle grandi opere d'arte come la Leda e il cigno di Leonardo o il Ritratto di Giovanna Tornabuoni del Ghirlandaio? Piatti con ritratti, con scene mitologiche, paesaggi, Madonne col Bambino, episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento. Davvero un luogo dove non si può non entrare e rimanere affascinati. 



La nostra visita al museo è stata arricchita dall'esplorazione dell'Area Archeologica delle Fornaci di San Salvatore, rinvenuta nel 2008 e aperta al pubblico nel settembre del 2013. Siamo stati accompagnati insieme ad un'altra famiglia in questo percorso e abbiamo scoperto che il ritrovamento è stato del tutto fortuito, in occasione dei lavori per la realizzazione di un parcheggio pubblico, a pochi metri dalla sede del Museo. Sono state individuate alcune fornaci quattro-cinquecentesche per la cottura della ceramica, oltre a una vasca per la decantazione dell'argilla e ai resti di un forno fusorio. 


Il museo della Ceramica ospita anche una biblioteca specialistica di oltre 2000 volumi a disposizione degli studiosi dell'arte della ceramica. Purtroppo vista la particolare situazione di questo 2020 non è stato possibile partecipare a uno dei numerosi laboratori a tema che vengono realizzati dal Museo che permettono di sperimentare in prima persona l'arte della ceramica in tutte le sue fasi e processi decorativi. Uno di questi lavoratori, "Ceramisti si diventa" è proprio destinato alle famiglie; speriamo quindi di poter provare questa esperienza un altro anno, quando si tornerà a una certa normalità.

(per informazioni su orari e prezzi: https://www.museoceramicadideruta.it/it/)

Una volta terminata la visita abbiamo continuato la nostra esplorazione del borgo ammirando le belle vetrine delle botteghe e i loro esterni dove sono esposti veri e propri capolavori. D'obbligo è una sosta in queste botteghe per ammirare da vicino la produzione e fare anche eventuali acquisti. Come ci è stato spiegato dai proprietari di alcuni di questi negozi, tutto viene realizzato a mano e ogni pezzo è unico e diverso dagli altri...un'occasione da non perdere per un regalo speciale! E confermo che a casa le nonne sono state felicissime dei regali ricevuti

Ci siamo portati verso Via delle Fornaci per raggiungere le Antiche Fornaci. Devo dire che questo vicolo è uno dei luoghi di maggiore fascino che abbiamo visto in questa vacanza umbra, sul quale si affacciano case in pietra arricchite da fiori e piante con tantissime mattonelle in ceramica decorata incastonate nei muri. Non si può non riconoscere il punto di arrivo: qui troviamo una parete completamente arricchita da piatti, piattini, mattonelle, targhe, frammenti in ceramica con ogni tipo di decorazione. L'antica fornace è in realtà anche una bottega dove è possibile accedere liberamente per fare qualche acquisto a soprattutto per ammirare le due antiche fornaci: quella del Lustro del XVI secolo e quella etrusca nelle quali abbiamo cercato di infilarci per poterle vedere in tutto il loro splendore. Per tornare verso il centro abbiamo preso un altro bellissimo vicolo arricchito da pergamene in ceramica con riportate frasi e citazioni, alcune di grande effetto. Il tutto accompagnato da caratteristiche fioriere con piante grasse di varie tipologie.





Cosa mangiare

Anche a Deruta non abbiamo avuto modo di fermarci per pranzo, ma come gli altri borghi di questa terra non mancano luoghi dove poter assaggiare gli incredibili sapori umbri. Oltre alla già citata torta al Testo tra i piatti tipici di queste località ci sono anche i passatelli, non in brodo come quelli amati tanto dai miei figli, ma asciutti, conditi con sughi di ragu o al tartufo. Immancabili i salumi, come la porchetta al finocchio, e i formaggi umbri. Tra i dolci si ricorda invece il brustengolo, una torta tipica del luogo a base di mele e farina di mais, unita a pinoli, noci, mele, uova e buccia grattugiata di limone.


Nei dintorni

Se avanza tempo, vicino a Deruta troviamo Casalina con la sua rocca e il Museo di Storia naturale, ospitato nei locali che ospitavano la Manifattura ex tabacchi. Si tratta di una delle più antiche e importanti collezioni di storia naturale dell'Umbria. Da evidenziare soprattutto la raccolta di monsignor Giulio Cicioni composta da oltre 6000 campioni di minerali, rocce, fossili, animali e materiali etnografici provenienti da tutto il mondo e la collezione ornitologica di Orazio Antinori con oltre 800 esemplari. 
(per informazioni: https://www.fondazioneagraria.it/patrimonio-artistico/i-musei/galleria-di-storia-naturale/)

Da ricordare anche l'antico borgo fortificato di Castelleone, così come da non perdere è la Chiesa della Madonna dei Bagni. Questo santuario è stato costruito nel XVII secolo nel luogo in cui avvenne una guarigione miracolosa ricordata da un frammento di ceramica e da una quercia. Fu quindi meta di pellegrinaggi come testimoniamo gli oltre 700 ex voto in ceramica che rivestono le pareti di questo luogo, testimonianza storica dell'importanza di questo luogo dalla metà del XVII secolo ad oggi. 
(per informazioni: https://www.madonnadelbagno.it/)


Dove parcheggiare

Il mio consiglio è quello di lasciare la macchina presso i parcheggi segnalati lungo Via Circonvallazione Nord. Basterà infatti percorrere una rampa di scale per trovarci già nei pressi della cinta muraria che circonda l'abitato e che ci permetterà poi di accedere attraverso uno dei vari passaggi al borgo. Altrimenti, si può costeggiare la strada salendo poi al paese attraverso la Porta San Michele Arcangelo. Nei pressi del parcheggio, inoltre, c'è un piccolo parco giochi alberato che sicuramente sarà un'ottima distrazione per i bambini prima o dopo la visita dell'abitato. Sono anche presenti diversi tavoli da pic nic dove potersi fermare per mangiare magari della torta al testo presa precedentemente in paese.

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