Passa ai contenuti principali

Alla scoperta del Castello di Gropparello...in maniera virtuale!

E qua in Lombardia siamo in zona rossa e così di nuovo bisogna fermarsi e sperare che tutto questo finisca al più presto! Per un po’ non sarà quindi possibile andare alla scoperta di nuovi borghi, castelli, parchi, siti archeologici e di quell’immenso patrimonio che è l’Italia tutta! Per fortuna i mezzi oggi a disposizione e la tecnologia ci possono aiutare ad accorciare le distanze e a proseguire le nostre esplorazioni, anche se in maniera diversa…
E' così che si è svolta la nostra gita mattutina al Castello di Gropparello, un antico maniero che sovrasta la valle circostante dove la storia e le testimonianze architettoniche si incrociano con il mistero dei fantasmi che sembrano popolarlo. 

Qualche giorno fa mi sono infatti imbattuta per caso in una iniziativa promossa dal Castello di Gropparello che organizza visite guidate live - online. Sono previsti vari momenti in calendario, dalla visita classica a quella rivolta alle famiglie, quella più romantica al tramonto e anche momenti dedicati al mistero che avvolge questo luogo, fino alla cena con delitto! Insomma, esperienze per tutti i gusti e tipologie di spettatori!

Il Castello di Gropparello, che in realtà fino al XIX secolo, era conosciuto come rocca di Cagnano, è una delle mete nel cassetto dei desideri di un viaggio alla scoperta dei borghi e dei castelli del piacentino che volevamo visitare proprio quest'anno...è sicuramente uno dei più affascinanti e antichi del circuito dei Castelli di Parma, Piacenza e Pontremoli. Per questo quando ho visto questa iniziativa, abbiamo deciso di acquistare la visita al costo di 7 euro. E' arrivato il link per il collegamento via mail e alle 10:00 di sabato mattina ci siamo collegati per vivere questa esperienza innovativa.

Siamo stati accompagnati da Chiara Maria Gibelli, una delle attuali proprietarie del maniero, la cui famiglia ha deciso di lasciare Milano nel 1994 iniziando così "un'avventura emozionante inseguendo un sogno: far vivere un castello, vivendoci dentro", come da loro spiegato nella pagina di presentazione del sito web del Castello (https://www.castellodigropparello.it). Chiara è stata davvero gentilissima e disponibilissima...per tutta la durata del collegamento era possibile interagire con lei, ponendo domande e chiacchierando. Tramite le sue strumentazioni ci ha fatto vivere la magia di questo luogo come se fossimo davvero là. Grazie anche alla sua mamma, la signora Maria Rita, che ha gestito la chat e dato supporto tecnico.

La visita è iniziata seguendo il percorso degli antichi camminamenti di ronda; essendo posto sulla sommità di uno sperone di roccia, immerso nella Val Vezzeno, il panorama che si può scorgere da questo luogo è davvero incantevole e magico...e Chiara ci ha mostrato ogni angolo, compresa la parte più selvaggia dell'ambiente circostante, con affaccio su una gola profondissima. Proprio in questo luogo fu costruito un altare celtico, datato al IV secolo a.C., che ben si può ammirare sia dai camminamenti sia da una delle terrazze del maniero, dove ancora si trovano le tracce di piccoli canali scavati che molto probabilmente servivano per raccogliere il sangue dei sacrifici. 

N.B. Le foto a corredo dell'articolo sono state gentilmente concesse dai proprietari del castello di Gropparello





Chiara ci ha illustrato la storia di questo castello che ha origini molto antiche. Venne infatti edificato intorno al 789 su un preesistente castrum romano a difesa della valle circostante, per poi essere assegnato da Carlo Magno al vescovo di Piacenza Giuliano II. Intorno all'anno Mille si data la torre che è diventata il nucleo centrale del maniero. Nel periodo delle contese tra guelfi e ghibellini rimase in mano guelfa anche se più volte venne attaccato dalle forze ghibelline, con esiti più o meno fortunati, come quando nel 1255 venne espugnato dalle truppe ghibelline di Oberto II Pallavicino, ma presto di nuovo perso, cui seguì la battaglia dei 400 fanti che vide la vittoria della parte guelfa e il quasi completo annientamento dell'esercito pallaviciniano. 

Agli inizi del 1300 l'ultimo vescovo in possesso del maniero lo mise nel patrimonio della sua potente famiglia, i guelfi Fulgosio. Dopo vari cambi di proprietà a seconda delle varie conquiste, eredità e alleanze, agli inizi del Cinquecento entrò tra i possedimenti dei Farnese che dopo circa un secolo investirono con il titolo di Conte di Gropparello Marcantonio Anguissola, originando così il ramo di Gropparello della famiglia Anguissola che mantenne la proprietà del castello fino al 1848 quando si estinse. Il castello incontrò quindi un periodo di abbandono fino ad essere occupato dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale. Seguì un nuovo periodo di abbandono fino all'acquisto nel 1994 da parte della famiglia Gibelli, come già accennato. 

L'accesso al castello avviene tramite un ponte levatoio carrabile, fiancheggiato da un altro ponte levatoio, più piccolo in quanto pedonale. Si arriva a un cortile interno dove è possibile ammirare i vari corpi di fabbrica di questo maniero come la torre centrale raggiungibile tramite un percorso fiancheggiato da un caratteristico muretto traforato trecentesco. Della torre è stato possibile scorgere tanti buchetti sulla sua struttura. Chiara ci ha spiegato che si tratta dei fori che servivano alle antiche impalcature per la costruzione, diventati poi nido di tantissime specie di uccelli che sorvolano la zona. 





Dal cortile, una scalinata conduce al piano nobile dove abbiamo potuto ammirare grazie alla videocamera di Chiara le varie sale che lo costituiscono. La visita inizia con una grande sala che era dedicata alle funzioni pubbliche del castello, la Sala delle armi, arricchita da un bellissimo soffitto in legno con decorazioni dorate. Oggi qui troviamo la ricostruzione della tavola imbandita come succedeva all'epoca in occasione dei banchetti che venivano organizzati all'epoca. 
Segue una sala con soffitto più basso arricchita da un bellissimo camino di stile italiano, in stucco, probabilmente della scuola di Giulio Romano, che presenta lo stemma della famiglia Anguissola e decorato con temi della mitologia classica, tra cui spicca il ratto di Europa sull'architrave. Si passa un salottino fino ad arrivare alla camera dell'alcova, successivamente adibita a cappella e a sala della musica. Questo ambiente presenta una forma allungata un tempo divisa in due da una piccola balaustra con un soffitto a volta che è stato appositamente alzato allo scopo di far risuonare al meglio i canti e le voci, arricchito da una decorazione in stucco di angeli che portano in volo lo stemma della famiglia Anguissola. Da qui si accede a una bellissima terrazza che poggia su un bastione cinquecentesco dalla quale è possibile ammirare il panorama circostante e scorgere l'altare celtico.



Terminata la visita del piano nobile siamo tornati al cortile interno da dove abbiamo fatto accesso al piano interrato. Questo ambiente è stato ricavato direttamente nelle rocce poste alla base del castello e ospitava alcuni locali di servizio e, nello specifico, la ghiacciaia e la cucina, tuttora usata dai proprietari. Adesso questa zona è arricchita da un allestimento di volta involta associato alle stagioni; per il periodo autunnale troviamo un'esposizione di mele antiche provenienti da una azienda del territorio che le coltiva con varietà molto particolari e genuine. 



Proprio in questo ambiente, a conclusione della nostra visita, Chiara ci ha raccontato la storia del fantasma che abita il maniero (anche se secondo i proprietari sono più numerose le presenze al suo interno), quello dell'infelice Rosania Fulgosio, una giovane fanciulla che alla fine del Duecento andò in sposa a Pietrone da Cagnano, un uomo molto più vecchio di lei, grande e grosso, definito terribile dalle cronache dell'epoca. Il matrimonio per questa giovane ragazza fu una sorta di punizione, per allontanarla dal suo amato, Lancillotto Anguissola, di nobile famiglia piacentina, ma di parte ghibellina, nemica della famiglia Fulgosio, guelfa. Un Romeo e Giulietta in territorio emiliano.
Quando Pietrone da Cagnano partì per la guerra il castello venne affidato alla giovane Rosania, ma proprio approfittando dell'assenza del marito venne attaccato dai Pallavicino. E il capitano a capo dell'esercito era proprio il nostro Lancillotto. Quando riuscì ad espugnare il castello tutti gli abitanti dovevano essere uccisi, ma quando entrò nel salone fu accolto da Rosania di bianco vestita e dalle sembianze innocenti. Occorre ricordare che siamo nel pieno del dolce stilnovo e dell'amor cortese...quindi in un'epoca dove la figura femminile assumeva un ruolo molto particolare, soprattutto in ambito cavalleresco. Si riconoscono e si ritrovano. Entrambi hanno grandi responsabilità: lei deve difendere il castello e i suoi abitanti e lui deve conquistarlo, ma i sentimenti personali hanno la meglio. Trascorsa la notte, lui il giorno seguente lasciò il castello. Quando Pietrone tornò dalla guerra una serva fece la spia e così lui, per difendere il suo onore, per vendetta, fede rinchiudere la moglie in una prigione segreta scavata nelle viscere delle rocce su cui sorge il castello, murando l'ingresso affinché nessuno potesse trovarla e salvarla. La mancata sepoltura è un modo per dannare l'anima della donna... ed ecco che ancora oggi il suo spirito vive nel castello.

Come ci ha raccontato Chiara sono molte in realtà le presenze, non solo quella di Rosania, tanto che il castello di Gropparello fu menzionato più volte come luogo infestato e si fecero molti studi in questo senso. Anche alcuni visitatori più sensibili sono certi di avere avvertito queste presenze, con tracce di energia molto forti. Sembra poi che davanti al camino decorato del piano nobile sia stata catturata in fotografia una di queste presenze: una donna anziana dal profilo raggrinzito che tiene le mani come se stesse tramando qualcosa. Solo leggende? Solo modi per incuriosire il visitatore? Di certo questi racconti lasciano adito al dubbio...


Nel bosco circostante è aperto il Parco delle Fiabe, il Primo Parco Emotivo d'Italia per bambini dove è possibile immergersi nella magica atmosfera medievale con cavalieri, fate, elfi e streghe. Troviamo qu anche il Museo della Rosa Nascente che custodisce tantissime varietà di rose per un totale di 1350 piante. 

Che dire di questa esperienza? Sicuramente la visita dal vivo è ineguagliabile, ma iniziative come queste possono sostenere in qualche modo le nostre istituzioni culturali e i nostri monumenti in un periodo così particolare come quello che stiamo vivendo e allo stesso modo coinvolgere una fascia di pubblico che per i più svariati motivi non ha modo di allontanarsi e visitare dal vivo questi luoghi.
Durante la visita ci siamo imbattuti qualche problema di carattere tecnico, con la connessione molto disturbata in alcuni punti: che siano state le presenze del castello che volevano farci sentire la loro presenza? 
Le gentilissime e preparatissime proprietarie hanno comunque reso insignificanti questi piccoli disguidi cercando di risolverli in ogni modo possibile.

Di certo è stata l'occasione per conoscere questo luogo, rimandando la visita dal vivo non appena sarà possibile ricominciare a viaggiare! 
Un grazie ancora a Chiara e Maria Rita per questa bellissima e innovativa esperienza!

Commenti

Post popolari in questo blog

Cinque Terre, PortoVenere e La Spezia: un'avventura in famiglia

Questa che vi racconto è la storia di un weekend lungo nato per caso perché le vacanze estive erano già prenotate e non erano in programma altri viaggi. Ma complice la voglia di ritornare a far turismo e di mare abbiamo prenotato un appartamento a La Spezia per poter visitare le Cinque Terre, dove io ero stata da piccola ma non avevo proprio ricordo e dove mio marito era stato in una gita giornaliera con i colleghi, vedendole perciò un po’ di fretta e oltretutto con il brutto tempo. Inutile dire la gioia dei bambini quando abbiamo proposto loro questo viaggetto fuori programma dove avremmo visto il mare e soprattutto ci saremmo spostati solo in treno e nave. Siete pronti per scoprire il nostro tour di 4 giorni? Informazioni utili Prima di iniziare il racconto di questo tour occorre dare alcune informazioni sulla visita, soprattutto se avete bambini. Il mio consiglio è quello di cercare un alloggio o a Levanto oppure a La Spezia. Le 5 terre infatti sono più care e difficilmente raggiung

Un viaggio nel tempo a Grazzano Visconti: cosa fare e vedere

Sapete che in Italia esiste una città ideale? Complice una bella giornata di inizio autunno abbiamo deciso di fare una gita in un borgo che già da tempo desideravo rivedere e far conoscere ai bambini per le sue atmosfere d'altri tempi, senza contare i riferimenti a Harry Potter, per cui il borgo ultimamente è molto famoso. Sto parlando di Grazzano Visconti, in provincia di Piacenza, uno dei borghi più belli d'Italia, dove sembra proprio di essere tornati in epoca medievale. Un po' di storia Tutto ha inizio da un castello realizzato alla fine del 1300 su concessione di Gian Galeazzo Visconti, allora signore di Milano, come dono alla sorella Beatrice andata in sposa a Giovanni Anguissola, di nobile famiglia piacentina. Il castello rimase legato a questa famiglia fino al 1870 quando tornò in mano alla famiglia Visconti del ramo di Modrone. A quel tempo il castello era in gran parte in rovina, ma il duca Giuseppe, uomo di grande lungimiranza e cultura, decise di ristrutturarlo

Un piccolo borgo dipinto sulle rive del fiume Mincio

In Italia esistono moltissimi paesi e piccoli borghi impreziositi da dipinti murali realizzati sulle facciate delle case con varie tecniche, tali da essere considerati delle vere gallerie d'arte a cielo aperto. Non solo queste opere vanno ad abbellire i paesi, ma raccontano attraverso le immagini la loro storia e le tradizioni.  Senza andare troppo lontano da casa, viste anche le restrizioni del periodo, in provincia di Mantova si trova un piccolo borgo di cui vi ho già parlato in occasione del Natale per il suo caratteristico Presepe sulle rive del fiume Mincio. Siamo a Rivalta sul Mincio , un tempo borgo di pescatori che si occupavano prevalentemente della pesca e della lavorazione della canna e della carice. Percorrendo alcune strade dell'abitato e soprattutto scendendo lungo le sponde del fiume Mincio si incontrano diversi edifici arricchiti da dipinti , anche di grandi dimensioni, che raffigurano per lo più paesaggi di fiume e scene di lavori tradizionali che si legano al